Nel nostro ordinamento esistono diverse modalità per trasferire un immobile a un figlio usufruendo di agevolazioni fiscali, come l’esenzione dall’imposta sulle donazioni entro certi limiti e riduzioni sulle imposte ipotecarie e catastali

Sono vari i metodi che permettono di trasferire una proprietà a un proprio figlio contenendo i costi.

Per esempio, alle donazioni tra familiari in linea retta (tra genitori e figli, nonni e nipoti), non si applica l’imposta sulle donazioni se il valore del bene non supera il milione di euro.

Rimangono però da versare le imposte ipotecarie e catastali, che possono essere ulteriormente ridotte qualora il trasferimento abbia ad oggetto la prima casa.

Per intestare un immobile a un figlio, è necessario redigere un atto notarile (atto pubblico) alla presenza di due testimoni. Infatti, una scrittura privata non è idonea a trasferire una proprietà e può essere impugnata senza limiti di tempo.

Occorre pagare delle imposte, il cui valore varia in base a diverse circostanze.

Invero, il beneficiario della donazione (il donatario) è l’unico tenuto a pagare le imposte. Anche la parcella del notaio è a carico del donatario, salvo diverso accordo tra le parti. Tuttavia, qualora il donatario non paghi, il notaio può esigere il pagamento anche dall’altra parte.

Per quanto riguarda l’imposta sulle donazioni, questa corrisponde al 4% del valore catastale dell’immobile. Tuttavia, essa non è dovuta se il valore dell’immobile è inferiore a 1 milione di euro (1,5 milioni se il figlio è affetto da grave disabilità). Se il valore dell’immobile supera 1 milione, il 4% si applica solo all’eccedenza.

Il figlio donatario può beneficiare delle agevolazioni sulle imposte ipotecarie e catastali, a patto che l’immobile sia la sua prima casa e siano rispettati i alcuni requisiti.